QUADERNI DELL’ACCADEMIA FANESTRE - N. 3 (2004)

 

Siamo così giunti alla pubblicazione del terzo numero dei Quaderni dell 'Accademia Fanestre.
Dal novembre del 2001 - anno dell'inaugurazione della nostra Accademia - l'entusiasmo dei soci non è mutato e la collaborazione di insigni studiosi ha rafforzato in noi la volontà di proseguire nel nostro lavoro con più impegno e determinazione.

Desidero ricordare, con immutato affetto e stima, il Professore Antonio Piromalli che con la sua prolusione «La funzione culturale delle Accademie» inaugurò il nostro sodalizio e che, con la sua saggezza, ci aiutò nell'intraprendere il lungo cammino della nostra Accademia. Abbiamo chiesto ad Anna Falcioni, che più di noi lo ha conosciuto e frequentato, di ricordarlo ad un anno dalla sua scomparsa, nella certezza che l'insegnamento del Professore Piromalli rimarrà sempre fervido nelle nostre menti.

Anche in questo numero dei Quaderni si è data "voce"' ai giovani studiosi nella convinzione che il loro lavoro debba essere gratificato ed incoraggiato. Saranno loro, un domani, a proseguire le ricerche, ad approfondire gli studi e, perché no, a rivisitare in chiave critica ed in base a nuove scoperte ciò che è stato scritto in precedenza..

Il Presidente: Dr. Francesco Milesi

 

In memoria del Professore emerito Antonio Piromalli,
socio onorario dell 'Accademia Fanestre

di Anna Falcioni

Un anno fa ci ha improvvisamente lasciato, all'età di ottantadue anni, il Professore Antonio Piromalli. Conservo ancora il ricordo del momento in cui mi venne comunicata, tramite l'editore Bruno Ghigi, la notizia della sua morte avvenuta il 7 giugno 2003 a Polistena (Reggio Calabria),

Quando io ebbi occasione di incontrarlo per la prima volta a Rimini, attorno al 1992 durante un convegno di studi malatestiani, al quale entrambi partecipammo come relatori, il Professore Piromalli era già uno studioso di fama internazionale oltre che un prestigioso docente universitario di Lingua e letteratura italiana.

Certo delineare la personalità di Antonio Piromalli nelle sue competenze di uomo di cultura e nella realizzazione dei suoi programmi di ricerca non basta: strettamente connessa a questi aspetti della sua attività scientifica resta nella mia memoria la sua figura umana; la sua presenza cordiale e socievole, la sua inesauribile disponibilità animata da un'autentica passione per la ricerca e dall'esigenza di conoscere in misura sempre più approfondita, per dare agli altri con generosità e disinteresse.

Nella sua copiosa attività scientifica, il Professore Piromalli era considerato un'autorità indiscussa riguardo ai temi e problemi letterari relativi alla funzione culturaledelle Accademie, al loro rapporto con la società e la cultura soprattutto per quanto concerne l'area padana e quella emiliano-romagnola. È opportuno ricordare, in questa sede, i suoi esemplari saggi inerenti all'Arcadia in Italia Settentrionale e agli scritti di Giuseppe Parini, Giovanni Pascoli, Ludovico Ariosto, Giosuè Carducci, Aurelio Bertola. Egli ha poi redatto un vasto ed approfondito profilo sulla Cultura riminese fra 1700 e 1900 nel V° volume della Storia di Rimini (Rimini, ed. B. Ghigi, 1981), tratteggiando, nel contesto della tradizione erudita locale, la storia della bicentenaria Rubiconia Accademia dei Filopatridi di Savignano.

Gli interessi fondamentali del Professore Piromalli si riferivano, inoltre, ai rapporti tra la cultura e le strutture delle corti rinascimentali (gli umanisti presso le corti di Rimini e di Ferrara), tra l'ideologia e l'arte, nonché tra la poetica e l'arte nel Novecento (Antonio Fogazzaro, Guido Gozzano).

Ha avuto al suo attivo una brillante e prestigiosa serie di studi sulla storia della letteraratura italiana in generale (a sua cura sono stati pubblicati Francesco De Sanctis, Storia della letteratura italiana; Carlo Goldoni, La locandiera; Vittorio Alfieri, Saul), e sulla cultura calabrese e meridionale in particolare (Francesco De Sanctis, Grazia Deledda). Ha diretto, dal 1965 al 1973, una collana di studi sulla letteratura calabrese e fino al 2003 la collana «II Portico» presso l'editore Longo di Ravenna. Nel 2002 ha dato alle stampe per conto del Centro Studi Malatestiani di Rimini, al quale aveva offerto la sua appassionata collaborazione, un'inedita sintesi storico-critica dal titolo «La cultura letteraria nelle corti dei Malatesti».

Eminente uomo di cultura ed accademico onorario della Rubiconia Accademia dei Filopatridi di Savignano, Antonio Piromalli ha lasciato un'impronta profonda come Professore nei licei di Rimini e di Cesena, come Provveditore agli Studi ed Ispettore Centrale presso la Direzione Generale Istruzione Classica, dove è stato coordinatore delle sessioni di lavoro e dei corsi di aggiornamento per presidi e docenti. Dalle numerose relazioni e discussioni, riguardanti le tematiche sul rapporto società e cultura dal Rinascimento al Novecento, sono derivate tracce di lavoro e schemi flessibili e aperti che sono stati sperimentati nelle scuole di secondo grado.

Ordinario di Lingua e Letteratura italiana, il Professore Piromalli ha insegnato nel 1956-57 all'Università di Caracas, nel 1957-59 ha tenuto tre corsi liberi di Lingua e Letteratura italiana e di Lingua e Letteratura moderna e contemporanea all'Università di Urbino, dal 1965 al 2003 è stato ininterrottamente incaricato di Lingua e Letteratura italiana e poi Professore emerito dell'Università degli Studi di Cassino.

II 3 novembre 2001 con una prolusione dal titolo «La funzione culturale delle Accademie», il Professore Piromalli ha inaugurato l'Accademia Fanestre, che in tale circostanza gli ha conferito la nomina di socio onorario.

Oggi, a distanza di quasi un anno dalla sua morte, avvertiamo sempre di più, fra noi, la gravità della sua scomparsa sia come uomo e studioso, sia come collaboratore, organizzatore, sostenitore di convegni e di nuove iniziative culturali.

Per questo l'Accademia Fanestre ha voluto qui ricordarlo con l’auspicio, che è già in parte certezza, che il seme da lui generosamente gettato, soprattutto nelle sue terre predilette della Romagna e della Calabria, possa germogliare in un prossimo futuro presso le giovani generazioni di ricercatori, cosi come lo è stato per me.

 

 

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