L'apologo del Maestro

 di Clorinda Nucera D'Aco
Letteratura & Società, n.17-18 / 2004

 

a) Il viaggio ed il bagaglio

Quando scocca l’ora designata, ogni vivente è chiamato a lasciare ogni cosa per intraprendere il viaggio. Anche al Maestro tocca, ovviamente, la stessa sorte.
È pungente la separazione dalle persone care e dalla propria casa, è doloroso staccarsi dalla propria biblioteca e, forse ancor più, dai piccoli oggetti di uso quotidiano come le chiavi o l’orologio.
Però chi si allontana può recare con sé una sorta di bagaglio a mano (e ogni valido Maestro trasferisce sempre con sé questo bagaglio) che racchiude il compendio del bene realizzato.
E proprio qui – in questo compendio – si incentra l’essenza eterna di chi si distacca dalla terra.

b) L’eredità morale

Il Maestro che si congeda lascia – feconda dietro di sé – la propria concezione di vita, il suo insegnamento. Chi resta ha il dovere di diffonderne il pensiero e l’opera affinché sia di guida alle nuove generazioni.
Nella fattispecie, dalla concezione di vita del Maestro spiccano tre concetti basilari su cui esercitare la nostra riflessione:

1. L’autonomia dell’essere umano ed il potere di scegliere.
2. La capacità di discernimento di ogni soggetto che lo rende responsabile del suo operato.
3. La risposta, insita nell’uomo, ai problemi della vita.

c) Le doti del Maestro

Tra le doti del Maestro risaltano la prontezza dell’ingegno e la fattività.
Ma anche la calma ed il culto dell’amicizia.
La calma deriva da quella forza interiore che è frutto della conoscenza profonda che il Maestro ha di uomini e cose. Come è noto, chi è facile preda dell’ira, cerca di mascherare così la sua debolezza. Un antico proverbio in vernacolo calabrese dell’area cosentina, ricco di suggestioni, colorito dalla fantasia popolare, decreta che: la carmezza viene da Dio, il nervosismo, invece, dal Diavolo!
Chi è calmo ha la facoltà di costruire, chi non lo è potrebbe distruggere. Il Maestro ha costruito.
Ha costruito nell’ambito della cultura e dei rapporti umani. Si può supporre che concordasse con il filosofo Emerson secondo cui «l’amico è una persona con cui si può essere sinceri. Davanti a lui si può pensare ad alta voce».

d) Conclusione: Nessuno scompare

Nell’opera filosofica di Platone Il Fedone spicca la figura del grande pensatore ateniese Socrate che, incarcerato e prossimo alla morte per condanna dei giudici, dimostra agli amici presenti che ogni realtà è in grado di generare il proprio contrario. Partendo dal sollievo provato nel liberare la propria gamba dalle catene della prigionia, sottolinea come dalla sofferenza può nascere il benessere e viceversa. Così come dal caldo il freddo e dalle tenebre la luce. E così pure dalla vita si genera la morte e dalla morte scaturisce la vita. Perciò il Maestro è ancora tra noi.

 

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