ELEGIA


Sentivo bianche le tue carni al buio
e il lieve soprassalto delle vene
quando uccelli sbattevano ai canneti;
dove correva il sangue tuo, deserto
amore? era un fluire di ruscelli,
sgorgava dalla luna, si allacciava
alla mano che in corsa ti tenevo,
giù per le grandi buche alla scoscesa
tra frantumi di stelle e di campane.

Eri l'ala di un angelo o di un prisma
di diamanti la faccia o il fuoco verde
che scoppia nella luce allo smeraldo
e poi squilla nel mare? Così in sogno
si distilla nel cuore la dolce acqua
del torrente infinito, così accoglie
l'uomo la vita, squallido possesso
che si prolunga oltre il muro del suono,
oltre la terra che si beve il cuore
e più lontano del mare di fuoco:
eri dove le fiamme della terra
sfondano il cielo e sfavillanti vanno
aguzze in aria incontro all'universo.

 

Rimini, 27 ottobre 1955