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Remota ai vivi
che non ti vedono e non ti sentono
cresci in me più che viva;
attraversando gli spazi danzi tra nubi, sovrasti gli oceani, le stelle,
da frastagliati picchi mi raggiungi;
non ha scissure né frantumi il tuo tempo
che dilania il mio di riflussi,
senza speranze di futuro.
Così esisto: come dopo un diluvio
qualche distrutta immagine gorgoglia.
(Roma, 16 luglio 1995)
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